ARCHITETTURE DEL VINO
Cantine di cui anche Bacco andrebbe fiero
L'accessibilità nel turismo è un tema sempre più centrale, soprattutto quando si parla di enoturismo, un settore che offre esperienze multisensoriali uniche. Tuttavia, si tende spesso a considerare solo la disabilità motoria come principale ostacolo all'accessibilità. Questo approccio, seppur comprensibile per via della complessità logistica che la disabilità motoria comporta, rischia di trascurare altre forme di disabilità: cognitiva, uditiva, visiva, ciascheduna con necessità e soluzioni specifiche. Un itinerario enoturistico accessibile nella fase di concepimento e di progettazione, sia che si tratti di nuovo intervento che di ristrutturazione edile, deve, quindi, prendere in considerazione tutte le diversità abilitative.
Negli ultimi anni, l'enoturismo ha conosciuto una crescita esponenziale, posizionandosi come un segmento di grande interesse sia per le aziende vinicole sia per i turisti alla ricerca di esperienze autentiche. Tuttavia, affinché tutti possano fruire di questi percorsi, è essenziale che le cantine diventino spazi inclusivi e accessibili, rivolgendosi a una platea più ampia di persone, comprese quelle con disabilità motorie, sensoriali e cognitive. Progettare percorsi accessibili nelle cantine vinicole non è solo una questione di adeguamento delle strutture, ma rappresenta una visione di turismo inclusivo che valorizza la diversità dei visitatori e li rende partecipi ad esperienze personalizzate e accoglienti.
Il mondo del vino si presta particolarmente bene alla inclusività, grazie alla natura esperienziale delle sue attività.
Come suggerisce il testo di Dario Stefàno e Donatella Cinelli Colombini, "Turismo del vino in Italia" (2020), l'esperienza di una visita in cantina è ricca di stimoli sensoriali: il profumo (o l'odore) del vino, il tatto delle botti, il gusto delle degustazioni.
Anche per persone con disabilità visive o uditive, l'enoturismo può rappresentare un'esperienza significativa e coinvolgente.
Immaginate, ad esempio, un percorso studiato appositamente per persone non vedenti: la guida turistica potrebbe concentrare la narrazione sui profumi delle diverse varietà di vino, descrivendo con dettagli evocativi l'atmosfera della cantina.
Oppure un itinerario per persone con disabilità uditiva, dove il focus si sposta sul tatto e sul gusto, con l'utilizzo di supporti visivi e materiali scritti per garantire una piena comprensione dell'esperienza.
Ma vediamole in dettaglio le valutazioni e le varie esigenze.
La progettazione di un percorso enoturistico accessibile implica una serie di valutazioni tecniche e gestionali che puntano a rendere l'esperienza enoturistica priva di ostacoli.
Ciò comporta un'attenta analisi delle esigenze dei diversi tipi di disabilità e l'implementazione di soluzioni che migliorino l'accessibilità senza compromettere l'estetica e l'atmosfera dei luoghi.
Se l'accessibilità per disabilità sensoriali trova nel mondo del vino un ambiente naturale, le difficoltà maggiori emergono quando si tratta di disabilità motoria.
Molte cantine vinicole sono ospitate in edifici storici, spesso con sale sotterranee e spazi architettonicamente complessi.
Scale, dislivelli e pavimentazioni irregolari rappresentano barriere architettoniche che possono sembrare insormontabili. Qualcuno di influente dice ineliminabili: non è così, perché oggi le tecnologie permettono ogni superamento di quota e difficoltà e le norme lo consentono (basti ricordare due lumi legislativi: la Legge 13/1989 (*) e il Decreto Ministeriale 236/1989 (*)), anche mediante agevolazioni e incentivi fiscali per la ristrutturazione edilizia.
Per garantire percorsi inclusivi e sicuri all'interno delle cantine vinicole, è necessario seguire alcuni principi chiave:
Il personale ha un ruolo prezioso nel rendere ogni visita un’esperienza inclusiva e speciale. È fondamentale che chi accoglie in cantina conosca le migliori tecniche di comunicazione per persone con disabilità e i principi base dell'accessibilità. Da un supporto attento alla mobilità alla capacità di rispondere a domande specifiche, una squadra preparata può fare la differenza, trasformando ogni visita in un momento positivo e indimenticabile.
Dove nascono, allora, le difficoltà? Spesso risiedono proprio nella formazione delle guide turistiche e degli hospitality manager, che non sempre sono adeguatamente preparati per affrontare questo tipo di accoglienza in cantina vinicola.
Nonostante l'importanza dell'inclusività, i programmi formativi dedicati all'hospitality management raramente trattano il tema del turismo accessibile, a volte per una semplice mancanza di conoscenza, altre per una certa resistenza culturale o sottovalutazione del tema.
Vediamo frequentemente corsi organizzati da importanti accademie e istituti di formazione prestigiosi, rivolti proprio ai futuri professionisti dell’ospitalità, dove però il tema dell’accessibilità e dell’inclusività per persone con disabilità non è minimamente trattato. Questo gap formativo lascia un vuoto che penalizza sia le aziende vinicole che i visitatori, limitando l’accessibilità di esperienze potenzialmente arricchenti per tutti.
L'accessibilità non deve essere vista come un onere, ma come un'opportunità per ampliare l'offerta turistica e renderla davvero inclusiva. Progettare itinerari che tengano conto delle diverse esigenze dei visitatori non solo migliora la qualità dell'esperienza per le persone con disabilità, ma arricchisce l'itinerario stesso, rendendolo attraente anche per chi non presenta limitazioni. Un percorso pensato per essere accessibile, tattile, visivo e sensoriale può diventare un’esperienza unica per tutti i visitatori, indipendentemente dalle loro abilità.
Ricordiamo che il concetto di disabilità non si limita a chi vive in sedia a rotelle. Anche una donna in dolce attesa, un giovane che si muove con le stampelle a causa di un infortunio (come è accaduto a chi scrive), o una persona anziana con difficoltà di deambulazione possono trovarsi temporaneamente in situazioni di limitazione. L’accessibilità è quindi un bisogno ampio e trasversale, che può toccare ognuno di noi in momenti diversi della vita.
Rendere le cantine accessibili e inclusivi rappresenta non solo un dovere etico e sociale, ma anche un'opportunità strategica. Un enoturismo realmente inclusivo contribuisce a rafforzare il legame tra il territorio e le sue tradizioni, offrendo a tutti la possibilità di vivere esperienze autentiche, indipendentemente dalle proprie abilità. Le cantine che decidono di investire in percorsi accessibili non solo ampliano il proprio pubblico, ma contribuiscono a un modello di turismo responsabile e sostenibile, dove ogni visitatore è accolto e valorizzato.
Il futuro dell'enoturismo è inclusivo. Con l'uso di tecnologie avanzate, una pianificazione attenta e un approccio globale alle esigenze dei visitatori, le cantine vinicole possono diventare luoghi di incontro e scoperta per tutti, abbattendo le barriere e creando esperienze indimenticabili per chiunque vi partecipi.