ARCHITETTURE DEL VINO

Cantine di cui anche Bacco andrebbe fiero

La villa padronale della Tenuta Bonotto delle Tezze di Vazzola (Tv), di evidente derivazione ottocentesca, ospita sul prolungamento est le attività vitivinicole: a nord, il reparto per la conservazione del vino; a sud, le profonde e alte vasche di cemento armato dei primi del Novecento...

Tenuta BONOTTO DELLE TEZZE, Tezze di Piave (TV)

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La frazione di Tezze di Piave del comune di Vazzola è un piccolo fazzoletto di territorio posto a nord-est di Treviso.
Il territorio della frazione apparteneva fin dalle origini al borgo del comune di Vazzola e pare che quest’ultimo fondi le sue radici addirittura alla metà del IX° secolo (Maschietto A., 2001, p. 23).

cartolina-tezze-di-piave-nei-primi-del-novecentoFig. 1- Cartolina d'epoca Tezze di Piave nei primi del '900 (in Maschietto A., 2001, p. 36)planimetria-c-t-r-villa-e-cantine-bonotto-delle-tezze-vazzola-minFig. 2- Planimetria villa e cantine "Bonotto delle Tezze", C.T.R. scala ridotta

E’ dunque molto probabile che anche Tezze abbia origini assai antiche.

Il documento del 29 aprile 1233, che trattava della cessione di alcuni terreni da parte dei Signori Caminesi, riporta per la prima volta la dizione “Villa di Tezze” nel quale si identificava l’abitato della attuale frazione (Maschietto A., 2001, p. 24).

Pur tuttavia la storia ci conferma che l’abitato di Tezze si accompagna alla storia degli antichi borghi (si veda fig. 2) che qui, in varia misura e numero sorsero, tant’è che esso veniva chiamato anche Borgo di Mezzo (vedi fig. 1).

Alcuni di questi nacquero per esigenze collettive, altri per singolari episodi, altri ancora per la particolare storia di talune famiglie più o meno influenti, ecc.

Fra questi ultimi ricordiamo il borgo Bellussi che segnò decisamente e in modo significativo anche l’aspetto della vita rurale di Tezze.

Le testimonianze confermano che la famiglia Bellussi trae le proprie origini dalla venuta di una donna che per fuggire da una tremenda pestilenza, scoppiata in Egitto tra il 1620 e il 1630, riuscì ad approdare nella penisola e fermarsi nei pressi del villaggio di Tezze. Ma, come dicevamo, i Bellussi segnarono questa terra anche perché inventarono e imposero un sistema viticolo assai importante e in uso ancora oggi. Questo sistema viene chiamato “la Bellussera”.

I piccoli insediamenti che fiorivano di tanto in tanto accompagnavano nel frattempo anche le vicende storiche della famiglia Bonotti.

mappa-antica-di-tezze-di-piave-1651Fig. 3- Mappa di Tezze di Piave, 1651 (in Maschietto A., 2001, p. 90; A.S.V.E misc. mappe, dis. n. 349)

Le più antiche testimonianze della famiglia risalgono al XVI° secolo e precisamente nel 1516 quando, in occasione di un acquisto di un terreno regolato in località Soffratta, venne stipulato il primo atto ufficiale che li vide protagonisti (Soligon I., Bardini G., 2000, p. 28).

Ciò, però, attesta la ben più antica origine e presenza dei Bonotti dalle Tezze (dizione adottata in quel tempo) in terra trevigiana.

Un ulteriore testimonianza, che accerta questa volta la spiccata vocazione agricolo-imprenditoriale della famiglia, è data dall’avvenimento in cui un membro della stessa contestò la quota di coltivazione loro attribuita e, per tutta risposta, il Consiglio cittadino incaricò il Collegio degli Anziani e i Sindaci di indagare sulle rimostranze (Soligon I., Bardini G., 2000, p. 33).

Il catastico terriero dell’anno 1542 vedeva i consorti Bonotti figurare <<al quarto posto tra i cinque maggiori proprietari distrettuali, con 22 ettari valutati ...>> (Soligon I., Bardini G., 2000, pp. 28-29).
Importante è l’avvenimento che si verifica nell’anno 1584 e che serve per comprendere al meglio la figura dei Bonotti.

In quell’anno la popolazione di Tezze, che contava oramai un numero di abitanti attorno alle 400 unità, riteneva giunto il momento di dotarsi di una chiesa parrocchiale.

La richiesta della costruzione prese avvio con un atto sottoscritto nel febbraio del 1584 da Michele e Francesco Bonotti e da Piero Bardini, nei confronti del Vescovo Michele Della Torre, nel quale si impegnavano a sostenere le spese (Soligon I., Bardini G., 2000, p. 41).
La chiesa fu portata a termine e inaugurata nel 1589.

Momenti più bui e drammatici, di carattere militare, avrebbero di lì a poco però segnato gran parte della regione veneta e le popolazioni medesime.

La Serenissima Repubblica a partire dalla metà del 1600 si stava preparando per l’imminente guerra contro i Turchi e per far ciò era necessario raccogliere quante più risorse finanziarie possibili. Ciò comportò l’esproprio forzato di molte terre demaniali nei pressi e soprattutto in Tezze. Dalla successiva compravendita di tali beni subentrarono, traendone grande vantaggio e favoriti dalla situazione economica, pochissimi proprietari locali fra cui anche i Bonotti, ma soprattutto i ricchi e benestanti signori venuti da altre terre come i nobili Tiepolo, Dandolo e i Malanotti.
In un primo momento, come abbiamo detto, anche i Bonotti concorsero all’acquisto di alcuni appezzamenti di terra, ma successivamente videro conveniente vendere parte delle loro proprietà e, nel contempo, trasferirsi in una casa presso il borgo dei Malanotti (vedi fig. 2).
Verso la metà dell’Ottocento i Bonotti decisero di acquistare la villa del medico Francesco Bardini, sita in zona centrale di Tezze, “per continuare l’attività di agricoltori e stimati professionisti” (fig. 2-4) (Soligon I., Bardini G., 2000, p. 50).

mappa-catasto-austriaco-1842-tenuta-bonotto-delle-tezzeFig. 4- Catasto Austriaco 1842, (A.S.T. fg. ) scala ridotta

Attualmente la villa è residenza e sede rispettivamente della famiglia Bonotto e dell’azienda agricola “Tenuta Bonotto delle Tezze”.

Inoltre è di questi ultimi tempi la notizia, fornita dalla dr.ssa Nadia Lucchetta(1) (Consulente storico artistico e dott.ssa in Conservazione dei Beni Culturali), che nella chiesa parrocchiale di Soffratta dedicata ai SS. Lorenzo e Marco è stato scoperto un bassorilievo, scolpito nel prospetto principale ed esternamente ad una acquasantiera (fig. 5), di uno stemma araldico riconducibile alla famiglia Bardini-Bonotto.

L’opera è una realizzazione del XVI° secolo e a confermarlo sono le due date, 1585-1606, incise nello scudo sannitico. Sempre dai dati tratti dalla relazione della dr.ssa Lucchetta riportiamo di seguito un importante passo che descrive lo stemma: << Le due famiglie sono identificabili araldicamente con lo stemma troncato nel primo da una mezza luna e due stelle, nel secondo da tre cuori>> (Tomasi G., 1998).

Non avanziamo ipotesi su chi tra le due parti poteva rappresentare la famiglia Bonotto ma ci pare evidente che se una di loro doveva riguardarli questa doveva riconoscersi nella seconda parte della descrizione.
Il dr. Bonotto ritiene che con ogni probabilità lo stemma araldico fin qui usufruito dall’azienda (fig. 6) non verrà sostituito dal nuovo.

Procediamo ora con la descrizione tecnica del complesso vitivinicolo della Tenuta Bonotto delle Tezze.
I corpi di fabbrica che compongono la proprietà, e dunque l’insieme dell’azienda, si articolano su più spazi aperti, eleganti corti, giardini secolari e broli antichi. Ben disposti, infatti, gli edifici di carattere sia residenziale che produttivi si relazionano fra di essi formando un contiguo ma vario aggregato di volumi, disposti in una sequenza ordinata.

Questa straordinaria soluzione architettonica offre al visitatore sempre nuove immagini e punti di vista diversi.
L’elemento di particolare pregio architettonico è indubbiamente la villa posta a ovest del complesso edilizio (fig. 8), in linea e contigua alla cantina vinicola.

acquasantiera-stemma-araldica-bardini-bonottoFig. 5- Soffratta di Mareno di Piave, chiesa dei SS. Lorenzo e Marco. Lo stemma dei Bardini-Bonotto, 1585-1606 (in Tomasi G., "La Diocesi di Ceneda: chiese e uomini dalle origini al 1586", 1998, Ed. Diocesi, Vittorio Veneto)

foto-d-epoca-anni-1930-tenuta-bonotto-delle-tezzeFig. 7- Villa Bonotto negli anni '30 del secolo XX°

La villa padronale è caratterizzata da stilemi architettonici e compositivi di evidente derivazione ottocentesca, anche se alcuni oggettivi fattori pongono seri dubbi sulla reale attribuibilità temporale e che si potrebbero datare tra la prima metà e la seconda metà del XIX° secolo.

Ed infatti un primo elemento di contraddizione lo si può dedurre dalla mappa catastale austriaca del 1842 nella quale non compare, o compare in parte, la villa (fig. 4).

Ciò potrebbe testimoniare che la costruzione non era ancora realizzata o era in via di ultimazione dopo un danneggiamento o quant’altro.

Tale deduzione potrebbe altresì trovare conferma anche nel fatto che i Bonotti decisero di acquistare la tenuta verso la metà dell’800, come abbiamo precedentemente riportato.

Di contro, invece, troviamo un secondo elemento che farebbe cadere in parte le ipotesi summenzionate.

L’elemento che causerebbe ciò è la frase riportata alla base del timpano della villa, che così recita: <<Agricoltura favet 1814>>.

Questa importante data potrebbe concordemente collegarsi con quella ipotesi che vedeva la conseguenza di una interruzione in corso d’opera nella fase realizzativa della villa.

Ciò sosterrebbe l’ipotesi che la villa sarebbe esistita fin dagli inizi dell’Ottocento.

Analizziamo ora le raffigurazioni affrescate del timpano.

Oltre allo stemma araldico impresso nella mezzeria della figura triangolare (timpano) e la frase alla base della rappresentazione vi sono altre due figure importantissime che meritano d’essere spiegate.

Le due figure innanzitutto sono riprese dal mondo mitologico e sono disposte ai lati dello stemma centrale (fig. 7).
Esse sono (secondo le testimonianze riportate dal dr. Bonotto che a sua volta assunse le informazioni dal padre) Cérere e Minérva.

La prima corrisponde alla <<dea romana che presiedeva alla vegetazione e alle biade; (.) In suo onore si celebravano i Cérealia; .. le si offrivano in sacrificio scrofe, e le si dedicavano le primizie dei campi>> (Acrosso P., D’Alesio C., 1976, p. 59).

villa-e-cantine-storiche-tenuta-bonotto-delle-tezze-minFig. 8- Tenuta Bonotto (villa e cantine), vista da est

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Per quanto riguarda la seconda, essa rappresenta la: <<dea folgoratrice degli Etruschi (.). In origine era una divinità della sapienza, .(.). I Romani considerarono Minérva dea della prudenza e dell’intelligenza e l’onorarono come protettrice delle scienze, delle arti e dei mestieri; ..>> (Acrosso P., D’Alesio C., 1976, pp. 170-171).

Sul prolungamento della villa, verso est, si colloca l’edificio che ospita l’attività vitivinicola e i maggiori reparti enotecnici (fig. 8).

Due sono le sale che compongono quest’ultimo corpo di fabbrica.

Disposte in senso est-ovest, quella a nord ospita il reparto per la conservazione del vino in cui trovano alloggio le botti in legno di rovere e i vasi vinari d’acciaio inox.

Nella sala disposta a sud, in entrambi i lati, sono ospitate le profonde e alte vasche di cemento armato realizzate nei primi anni del Novecento.

Nell’azienda è presente pure la cantina d’invecchiamento e in essa, nell’oscurità del locale, riposano in un assordante silenzio le notissime barriques francesi.

La cantina d’invecchiamento è ubicata in una diversa collocazione rispetto la costruzione enotecnica madre. Essa infatti si situa tra la residenza dei Bonotto e l’edificio della colombaia, ricavata in un vecchio deposito-magazzino.

Per finire, a nord dell’edificio principale della villa si apre un grande e antico brolo verso la campagna circostante, di forma trapezoidale, chiuso solo da un’antica recinzione in muratura e sassi a vista.
La semplicità e le radici popolari antiche della famiglia Bonotto, che tuttavia non tradiscono l’aristocratica qualità dei loro vini, sono ben rappresentate e affiorano orgogliosamente nelle etichette che coronano i propri prodotti vinicoli.

BIBLIOGRAFIA.
1) Soligon I., Bardini G., 2000, “Borgo Malanotte. Vita nella storia”, Gruppo Borgo Malanotte di Tezze (a cura), Tipografia Tipse, Vittorio Veneto.
2) Mascietto A., 2001, “Tezze di Piave. Storia di una parrocchia”, (a cura) Soligon I., tratto dallo scritto inedito di Maschietto Angelo La Parrocchia di Tezze di Piave, Ed. Parrocchia di S. Francesco D’Assisi – Tezze di Piave (TV), Grafiche V. Bernardi s.r.l., Pieve di Soligo (TV).
3) Relazione storica dattiloscritta del dott. Antonio Bonotto.
4) Sito internet: w.w.w.tragol.it/tv/tezze/tezze.h.t.m.
5) Acrosso P., D’Alesio C., 1976, “Mondo mitologico. Dizionario di mitologia greco-romana a uso delle scuole”, XIII° edizione, Società Editrice Dante Alighieri.